Perché uno scrittore deve avere un suo dominio Web?
Se ami scrivere, di sicuro leggi tanti blog sulla scrittura. Lo faccio anch’io. Ma forse ti sfugge un dettaglio, forse non presti attenzione all’indirizzo web di tutti quei blog. Eppure è importante, perché una URL ti identifica nella rete.
La prima cosa che fai, appena decidi di aprire un blog, appena scegli di fare il grande passo e dire al mondo che anche tu scrivi, è pensare a un nome per il tuo sito e aprire il tuo blog in 5 minuti. Oggi puoi farlo. Anche adesso, se stai leggendo e ti viene voglia di aprirti al pubblico, puoi essere online in pochi minuti.
Ma ne vale la pena?
Una questione di obiettivi
Quando scrivi, hai in testa dei traguardi da raggiungere. Vuoi essere pubblicato da una casa editrice o preferisci il self publishing. Questi sono obiettivi. Chiediti allora: quanto valgono? Quanto sono importanti per te? Vuoi essere uno scrittore professionista o vuoi giocare con la scrittura?
Perché, alla fine, il discorso è tutto qui: hai due strade da scegliere, un bivio che devi affrontare per differenziarti, per avere una presenza in rete fissa, oppure una traballante e insicura.
Le alternative a basso costo
Ci sono e sei abituato a vederle. Puoi iscriverti a Blogger.com oppure a WordPress.com. Si chiamano blog a hosting gratuito, perché non paghi nulla, ti basta un’iscrizione al sito, scegli un nome, un template e sei a posto. Ma c’è uno scotto da pagare. Sì, non è proprio gratis avere quei blog, anche se non spendi nulla in denaro. Questo scotto sono una serie di svantaggi:
- non hai un indirizzo proprietario, ma qualcosa che suona come danieleimperi.blogger.com o danieleimperi.wordpress.com,
- non hai completa libertà nella personalizzazione del tuo blog,
- non sei veramente in casa tua, ma ospite di altri,
- sei soggetto alle regole che ti impongono quelle piattaforme di blogging.
E potrei continuare, ma a me già il primo degli svantaggi mi fa desistere da questa scelta.
L’effimera presenza sui social media
C’è qualcuno che preferisce il microblogging per diffondere la sua voce online. Il microblogging è Twitter, ma va bene se riconduce a una tua presenza reale nella Rete. Gli altri social media, come Google Plus o Facebook, sono avamposti.
E un avamposto è una presenza che oggi c’è, ma domani non puoi sapere se esiste ancora. Considera i tanti cambiamenti che sta facendo Facebook. Se ti facesse pagare per mantenere il tuo profilo o la tua fan page, che faresti? E se domani tutti i social media chiudessero, tu che fine faresti?
Scompariresti nel nulla assieme a loro.
Il dominio è casa tua
Il nome a dominio (cfr. robertotartaglia.com o pennablu.it) si chiama così perché legato al termine dominio, che in latino (dominium) proviene dalla parola dominus, signore o padrone, a sua volta legata a domus, casa.
Il dominio, quindi, indica casa tua. Sottolinea la tua proprietà. Ti distingue nella rete. Non sei più anonimo, ma hai un luogo virtuale tuo in cui accogliere i lettori.
Nome e cognome nel dominio, o nome del progetto?
Oppure entrambi? Una questione non facile da risolvere. Prendiamo come esempio Roberto Tartaglia. Esiste robertotartaglia.com, sito e blog dedicati alla sua figura di scrittore di thriller. In questo spazio virtuale Roberto pubblicizza i suoi libri su quel genere letterario e pubblica articoli su quel tema.
Ma esiste anche viverediscrittura.it, un sito dedicato alla promozione editoriale, in cui lo scrittore offre risorse e consulenza sul self publishing.
Sono due progetti distinti e legati.
Che puoi fare, allora? Come scegliere il giusto dominio per importi come scrittore nel mercato online?
La mia idea è di acquistare il dominio relativo al tuo nome e cognome. Sempre. Anche se poi preferisci farti conoscere in rete come ioscrivogialli.it, scriverefantasy.it, ioscrittore.com o qualsiasi altra soluzione ti venga in mente.
Puoi sempre trovare un modo per usare quel dominio, magari per farne una semplice vetrina dei tuoi ebook.
Un dominio è per sempre
Come il diamante? No, un diamante può essere rubato, perso, si può perfino rompere, se cade sul punto critico. Un dominio no, un dominio dura per sempre, mentre domini gratuiti come danieleimperi.blogger.com o danieleimperi.wordpress.com durano finché Blogger.com o WordPress.com decidono di stare in piedi, di mantenerti gratis, di non cambiare le regole del gioco.
E a quel punto lo scrittore che ha affidato ad altri la sua presenza si ritrova senza più una casa e a ricominciare tutto da capo.
Tu che hai scelto di fare?
3 Commenti
Ciao Daniele, bel post, completo e chiaro.
Avere un dominio o un sito web personale è un progetto davvero allettante, è un po’ come essere padroni di un proprio mondo, dove fare ciò che si vuole, e disfare.
Mi stavo solo chiedendo quanto tempo e competenza richieda…
non solo per crearlo, ma soprattutto per tenerlo aggiornato.
Ciao Laura,
intanto ti dico la mia sul “quanto tempo e competenza richieda”.
Il modus operandi di una volta, che imponeva di pubblicare ogni giorno, o più volte al giorno, dopo gli ultimi aggiornamenti dell’algoritmo di Google, non vale più.
Ora ciò che vale è la qualità di ciò che si scrive (post, o contenuti di altro tipo), non la quantità.
Quindi, togliendo le competenze tecniche per realizzare il blog (che spettano al programmatore/grafico), le tue dovranno far capo “solo” al saper scrivere bene e al realizzare contenuti utili e interessanti per chi ti segue.
Magari un po’ di basi di SEO (Search Engine Optimization) non fanno male, ma è una mia fissazione. 🙂
Il tempo da dedicare al blog lo deciderai tu, in accordo con i tuoi impegni di vita.
Puoi anche decidere di scrivere un solo post/contenuto a settimana (o al mese), ma assicurati che sia un contenuto di reale valore.
Peraltro, il mondo del blogging sta cambiando. Robin Good ne parla in questo suo recente post: http://it.masternewmedia.org/il-nuovo-cms
Cao Laura, grazie.
Io ho imparato tanti anni fa a realizzare siti, ma comunque è un lavoro che richiede tempo. Per il mio nuovo blog ho impiegato circa 3 mesi fra progetto e scrittura dei testi.
Aggiungi il tuo commento